Legge 04/2004 dalla teoria alla realtà

Copertina libro23 Agosto 2005: è una data storica per l’accessibilità dei sistemi informatici nel nostro paese: da tale data la legge 04/2004 inizia la sua applicazione nelle procedure di acquisto di beni e servizi informatici.

Questo libro nasce con la finalità di fornire un supporto sia agli sviluppatori di siti INTERNET, di applicazioni e di hardware ma anche ai responsabili delle Pubbliche Amministrazioni che dovranno effettuare la valutazione dei prodotti ed il monitoraggio dei siti INTERNET.

La partecipazione dell’autore alle attività di definizione delle raccomandazioni internazionali all’interno del W3C, dell’ISO e la partecipazione attiva nei gruppi di lavoro che hanno prodotto gli allegati al decreto ministeriale 8 luglio 2005 pongono quindi questo testo come un importante riferimento tecnico per i professionisti del world wide web.

Nel libro sono contenute molte risposte ai quesiti più frequenti su come applicare e verificare i requisiti web, nonché un’utile scheda di autovalutazione per le pubbliche amministrazioni.

Indice dei contenuti

  • Prefazione a cura del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca
  • 01. Legge 9 gennaio 2004, n. 4
  • 02. Decreto Presidente della Repubblica 1 marzo 2005, n. 75
  • 03. Decreto Ministeriale 8 luglio 2005
  • 04. Applicazione e verifica dei requisiti per siti INTERNET
  • 05. Applicazione e verifica dei requisiti per Hardware
  • 06. Applicazione e verifica dei requisiti per Software
  • 07. Applicazione della metodologia per la verifica tecnica
  • 08. La fruibilità delle informazioni (a cura di Domenico Natale – UNINFO)
  • Appendice A. La segreteria tecnico-scientifica (a cura di Antonio de Vanna – CNIPA)
  • Appendice B. Schede di autovalutazione requisiti tecnici per i siti INTERNET

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XHTML 2.0: molto rumore per nulla

Jeffrey Zeldman ed altri guru si sollevano al working draft del W3C… ma hanno veramente ragione?

In queste ultime settimane sembra stia nascendo una Guerra Santa contro il working draft dell’XHTML 2.0 (aggiornato al 18 dicembre 2002), ossia il linguaggio di markup che sarà il futuro standard per lo sviluppo di contenuti per il web.

In molte risorse internazionali e nazionali si è scaturita una forte polemica e molti dei "guru" mondiali (di cui – per quanto mi risulta – nessuno fa parte di gruppi di lavoro del W3C per lo sviluppo del working draft di XHTML 2.0) sono insorti dicendo che di fatto il W3C non rispetta i principi di compatibilità e della semantica.

Partiamo subito da un’analisi del documento a livello "normativo", dove nella definizione dello status del documento incriminato è chiaramente indicato ciò che segue:

This document is the second public Working Draft of this specification. It should in no way be considered stable, and should not be referenced for any purposes whatsoever. This version does not include the implementations of XHTML 2.0 in either DTD or XML Schema form. Those will be included in subsequent versions, once the contents of this language stabilizes. This version also does not address the issues revolving around the use of [XLINK] by XHTML 2. Those issues are being worked independent of the evolution of this specification. Those issues should, of course, be resolved as quickly as possible, and the resolution will be reflected in a future draft.

Di fatto quindi, il documento analizzato NON è da considerarsi un documento definitivo: basta vedere diversi punti dove vi sono "proposte" di modifica per capire che chiaramente si tratta di un documento in piena modifica.

E’ necessario comunque ricordare le modalità di nascita di una raccomandazione. Le raccomandazioni vengono sviluppate da dei gruppi di lavoro, in questo caso dall’ HTML Working Group al quale è possibile inviare commenti e segnalazioni all’indirizzo: www-html-editor@w3.org. Gli editori di questo gruppo, ossia coloro che coordinano la stesura del documento – indicati anche nel documento contestato – sono:

  • Shane McCarron, Applied Testing and Technology
  • Jonny Axelsson, Opera Software
  • Beth Epperson, Netscape/AOL
  • Ann Navarro, WebGeek, Inc.
  • Steven Pemberton, CWI ( HTML Working Group Chair)

Quello che forse molti "esterni" ai gruppi di lavoro del W3C ignorano è che all’interno di questi gruppi partecipano sia referenti del W3C (con il ruolo di coordinatori), sia i rappresentanti dei membri del W3C che desiderano intervenire nella creazione di una specifica raccomandazione sia esperti che si auto-propongono o che vengono invitati da altri membri del gruppo di lavoro.

Tutte queste persone hanno il compito di mantenere comunicazione e contatti con gli altri membri del gruppo partecipando sia alle discussioni via mailing list, che alle teleconference settimanali che – nel caso – agli eventi F2F (face to face). Posso portare come esempio il gruppo del WCAG dove partecipo ed al quale arrivano decine di segnalazioni migliorative al documento che vengono discusse e molto spesso condivise ed approvate: ciascuna singola parola, frase o altro di una raccomandazione viene analizzata, letta e ridiscussa molte volte prima di arrivare ad un public draft che serve – come già detto – per raccogliere eventuali commenti dall’esterno.

Alcuni contestatori della public draft (ossia di una bozza pubblica di un documento non ancora normativo) all’osservazione: "entra anche tu nel working group" dichiarano: "e cosa ci guadagno? sono pagato? Il W3C acquisisce molti soldi dai member e quindi possono pagarmi!": bell’esempio di collaborazione… mah!

Ora, molti "contestatori" chiedono un dialogo aperto con il W3C… personalmente ritengo che sarebbe ora che molti "guru" scendano in campo attivamente all’interno nei gruppi di lavoro e quindi non limitandosi a fare promozione personale di tecniche di hacking del codice, ed altri interventi che sicuramente sono di pubblica utilità ma limitano l’azione dell’esperto ad un’azione interpretativa delle raccomandazioni e non ad un’azione propositiva.

Quanto dimostrato sino ad ora sembra più un’azione "distruttiva" verso le draft del W3C, ossia pare ci sia l’esplicita intenzione di non voler dialogare con chi realmente crea le raccomandazioni ed è aperto a ricevere segnalazioni e suggerimenti, avendo la presunzione di porsi almeno uno scalino superiore ai gruppi di lavoro… ma il web non ha bisogno di primedonne, ha bisogno di gente che abbia voglia di promuovere i principi definiti dal W3C.

Per inciso: nulla di personale contro Zeldman ed altri che hanno avuto merito di divulgare la promozione degli standard… ma per migliorare bisogna collaborare, non distruggere. Chiudo l’intervento con un esempio di sito in XHTML 2.0  perfettamente visibile in IE 6, Opera 6 e Mozilla…