Festa dei pirati: son tutti pirati col sedere degli altri

Parte del titolo del post è una libera citazione di un comico di qualche anno fa, ma che calza a pennello con la situazione odierna.
Leggo della Festa dei Pirati che si terrà oggi a Roma e riporto in toto l’unico post che ho trovato in rete relativo all’argomento che sposo al 100%.

Dai torchi della Cooper editore è da poco uscita una dissertazione dal titolo La baia dei pirati – Assalto al copyright a firma del giornalista Luca Neri (da non confondersi con Gianluca Neri Macchianera). Per fargli pubblicità è stata organizzata anche la Festa dei pirati al grido di No Copyright! che si terrà questo sabato in un teatro della Garbatella a Roma. Non ho letto e non leggerò mai il libro in questione (c’ho una lista lunghissima di libri da leggere), ma ho trovato alcuni spunti di riflessione in un articolo comparso sul Corriere della sera, in cui vengono ribadite ovvietà che sanno di stantìo come:

  • «Rifiutare l’equazione pirata=ladro in favore della libertà di file-sharing, lo scambio sulla rete che le istituzioni cercano di arginare con leggi e protezione del copyright»
  • «La musica che ha più di 18 mesi difficilmente si trova nei negozi , che male c’è a scaricarla?»
  • «La pirateria è una cosa positiva, buona e moralmente giusta. Imbracciamo la bandiera dei pirati»

Non mi fraintendete, capirai! Con me si sfonda una porta aperta, non sarò certo io a dare giudizi morali sulla pirateria. Quello che mi dà fastidio è che in questa apologia del reato di scaricamento illegale (perché alla fine è di questo che si tratta) si vuole mettere in mezzo anche il mondo “free” e open source. Sì perché alla festa ci saranno concerti e spettacoli di artisti e musicisti che sono favorevoli alla diffusione della musica in internet, ma una cosa è la libera circolazione della cultura mediante l’utilizzo di licenze come le Creative Commons, ben altra il “furto” di materiale protetto da copyright. E alla fine della fiera questa festa della pirateria per me è solo una operazione commerciale finalizzata alla vendita del pamphlet in questione. Difatti sul sito della festa la cosa che occupa più spazio è l’invito all’acquisto del libro con uno sconto del 10%. Ma si tratta di un libro protetto da copyright e non c’è nessun link per poterlo scaricare liberamente..

Si notano invece blog che vedono nella festa un “qualcosa” contro il “bavaglio alla rete”, una sorta di ’68 del Web in cui si crede – alzando la voce – di poter usare la rete per qualsiasi fine, come se fosse una zona franca in cui è possibile fare tutto al di fuori delle leggi. E quindi leggendo il programma dell’evento si nota chiaramente come non si punti tanto a difendere l’uso delle tecnologie di condivisione quanto la possibilità di condividere anche contenuti anche contro la volontà degli autori che ne detengono i diritti di sfruttamento: una cosa sono le soluzioni condivise tramite licenze CC o similari, altra cosa è pretendere di potersi scambiare materiale per cui l’autore (per scelta, per contratto, per qualsiasi altro motivo) non ha il piacere o l’interesse di tale condivisione.
Di poco fa il post di Scialdone che conferma quanto scritto sopra:

Sento raccontare storie che da un punto di vista strettamente legale sono da considerarsi “illecite”, eppure… sono tutte storie che evidenziano un valore aggiunto prodotto dalle comunità rispetto ai prodotti culturali e di intrattenimento scambiati, che parlano di conservazione di documenti, di archiviazione decentralizzata, di memoria della creatività.

La pirateria dovrebbe essere ricondotta nel suo alveo naturale, le norme dovrebbero tornare ad occuparsi esclusivamente dello sfruttamento commerciale non autorizzato delle opere creative.

Ed a mio personale avviso hanno pure sbagliato a partecipare a tale iniziativa i promotori italiani del software libero: così, nell’immaginario pubblico, saranno tutti assimilati a pirati.
E su una cosa, anche come presidente dell’associazione che raggruppa chi sviluppa per il Web, sono contrario al 1000%: non è possibile dire che i pirati protestano per tutelare il file sharing e la creatività sul Web in quanto la creatività sul Web è tutt’altro.