Un’interessante intervista, Mark Rideout presenta le novità legate all’accessibilità di Microsoft Silverlight 2, una potente soluzione per la creazione di RIA, oggi con supporto per UIA (UI Automation).
Categoria: Random bits
Pensieri sparsi…
I “guru” di internet vogliono un’isola per il web
Uno dei padri della rete è a Venezia per partecipare a un convegno a palazzo Papafava, sede della Warwick University. La proposta è di creare in laguna una città dell’innovazione
Steven Pemberton, uno dei padri del web, è in città insieme a un gruppo di esperti per creare il web del futuro. Il gruppo sta cercando spazi ed ha annunciato di essere disposto anche a prendere un’isola per veder realizzare il loro progetto. La loro idea è di creare, in laguna, la cittadella dell’innovazione tecnologica.Fino a domani è in programma nella sede della Warwick University, Ca’ Papafava, un convegno. I lavori sono a porte chiuse e sono coordinati dall’associazione internazionale dei Webmaster di Venezia (Iwa) che ha organizzato delle sessioni tecniche del consorzio mondiale del Web fondato da Tim Berners-Lee, uno dei fondatori di ciò che oggi chiamiamo web.«In questi giorni si sta creando il nuovo web – dichiara Steven Pemberton – con colleghi che lo hanno visto nascere ed ora è entusiasmante poter creare con loro il web del futuro. Spesso si confonde questo nuovo web con il commerciale web 2.0. Ciò che attualmente si vende sul mercato come web 2.0 non è altro che una modalità commerciale per vendere soluzioni preconfezionate, soluzioni innovative, in cui l’utente partecipa alla pubblicazione e diffusione dei contenuti in rete. In realtà molti dimenticano che un esempio di web 2.0 esisteva già nel web 1.0. È E-bay, il maggior sistema di aste on-line, nato nel 1995. Considerarlo nuovo web è un po’ ardito…».«Ancora una volta conclude Roberto Scano presidente Iwa e coordinatore delle sessioni Venezia ospita la crescita e l’innovazione del web riportando la sua vocazione di città innovativa».Venezia non è idonea a creare le fabbriche della tecnologia di informazione e comunicazione, come avviene in altre parti del mondo, ma è perfetta per raggruppare esperti in sessioni di alta produttività intellettiva rendendola centro di massima eccellenza nel settore. Nel frattempo, lunedì 10 marzo alle 9.30, al Telecom Future Centre di San Salvador, il vicesindaco Michele Vianello, assieme a società del calibro di Cisco, Google, Sun Microsystem, Telecom presenterà, con un convegno dal titolo Amministrare 2.0 (suggerimenti, idee, provocazioni), i progetti futuri di innovazione tecnologica per l’amministrazione locale.
Federica Repetto
Tratto da Il Gazzettino di Venezia, 21 febbraio 2008
La paura del Leone
Riporto di seguito un testo di Ettore Beggiato, che fa ricordare perchè a Venezia, parlare di Napoleone, significa rischiar di buscarle.
“Chiunque griderà viva San Marco sarà punito di pena di morte“, così sta scritto nel Decreto della Municipalità di Venezia del 24 luglio 1797: i giacobini di allora (parenti stretti di quelli attuali) in nome della libertà e dell’eguaglianza dimostravano il loro odio e il loro terrore verso il simbolo veneto. Il decreto continua con “Chiunque affiggerà o diffonderà carte incendiarie o stemmi di San Marco e sarà autore o promotore di tali segni d’insurrezione, sarà punito di pena di morte”; sempre in nome della libertà e dell’eguaglianza….
Sempre i giacobini il 29 maggio 1797 decisero la distruzione di tutti i leoni (il prof. Alberto Rizzi calcola che oltre 1.000 leoni furono distrutti nella sola città di Venezia). Ma ancora più emblematica è la lettura della dichiarazione di guerra da parte di Napoleone del I° maggio 1797 che si conclude testualmente con “Comanda ai diversi generali di divisione di trattar quai nemici le truppe venete, e di far atterrare in tutte le città della Terraferma il Leone di San Marco”.
Una dichiarazione di guerra singolare, é forse la prima volta nella storia che si dichiara guerra non solo al nemico ma anche al suo simbolo: ma evidentemente Napoleone aveva intuito che il leone di San Marco rappresentava per i veneti molto di più di una bandiera: era il simbolo dell’identità veneta, il simbolo stesso dell’essere veneti. E un simbolo ha vari significati, varie sfacettature: di sicuro ha una dimensione visibile, materiale, facilmente riconoscibile e un’altra invisibile, irraggiungibile, che sfugge a qualsiasi tentativo di interpretazione, che non si fa catturare neanche dall’uomo più potente del mondo.
italia.it: ora è proprio inaccessibile
Oggi è successa una cosa che sinceramente m’ha sconvolto, e non sono un tipo che si sconvolge tanto facilmente….
Apprendo dal La Stampa e direttamente digitando www.italia.it che qualcuno ha deciso di staccare la spina al sito del Portale Italia.
Perchè ne sono sorpreso? Per il semplice motivo che il Portale Italia è stato forse l’unico sito Web degli oltre 100 siti autobollinati (ossia autodichiarati conformi alla legge 4/2004) presenti nel sito di Pubbliaccesso ad aver effettuato una verifica dei requisiti tramite un soggetto valutatore (Cooperativa Chiossone) che tra l’altro mi ha coinvolto direttamente nella verifica.
Per chi mi conosce e conosce il mio talebanesimo per la legge 4/2004, sapere che il sottoscritto ha firmato la verifica tecnica definendo italia.it conforme alla 4/2004 dovrebbe dar sicurezza che i passi fatti dai gestori del portale per renderlo a norma sono stati più che ottimali. Per la prima volta nel Web italico ho visto reali alternative equivalenti per gli oggetti flash, oggetti flash direttamente accessibili, equivalenti testuali per i contenuti multimediali…
Nella dichiarazione di accessibilità, ora non più raggiungibile, il gestore del portale Italia faceva presente altresì un test effettuato dall’Asphi di Bologna con soggetti disabili, test superato positivamente.
Oggi quindi la comica…. è stato oscurato il primo ed unico grande portale conforme alla legge 4/2004: nei prossimi giorni vedremo di capirne i motivi… So solo che qualcuno ha scommesso sull’inaccessibilità del sito: ora è proprio inaccessibile, a differenza di qualche giorno fa.
La mancata comunicazione porta a spiacevoli conseguenze
Riporto dal blog dell’amico Gioacchino Poletto:
Da qualche parte lo debbo pur scrivere: è mai possibile che in un archivio statale compaiano dei dati riferiti ad un documento e nel documento stesso siano stati riportati in maniera errata ?
Nel caso specifico negli archivi della Motorizzazione Civile vengono riportate delle prescrizioni e non degli adattamenti, aggiornate nel 2005, in seguito al rilascio di una patente di categoria diversa. Sul documento “patente di guida” vengono riportati anche degli adattamenti, oltre alle prescrizioni.
Il quesito è che fare ? Quali “codici” sono validi ?
Le versioni sono varie perché, di norma, ciò che viene riportato sulla patente di guida deve dovrebbe corrispondere a quanto è presente negli archivi della Motorizzazione Civile. Tuttavia per la Polizia Stradale è valido il documento, e quindi anche in caso di sinistro, e non solo, in caso di immatricolazione di nuovo mezzo di trasporto il concessionario è obbligato per disabilità non gravi a far eseguire le modifiche riportate sulla patente di guida, o su un certificato medico rilasciato da una Commissione Medica Locale.
In parole povere, nel mio caso specifico, se voglio far immatricolare un’auto e se voglio girare per strada tranquillo, sono costretto a far aggiornare un documento di guida sostenendo una nuova visita in Commissione Medica, pur avendo, negli archivi generali, già inserito le prescrizioni che andranno a riportare sul nuovo documento.
Cattiva infomazione, informatica che non funziona o semplice errore umano ? Io sono propenso a pensare che dipenda dall’ultimo caso… comunque sia si capisce benissimo che non ci sono controlli di sorta sull’emissione di certi tipi di documenti.