Venezia senza barriere: piccoli ponti crescono…

Dal Gazzettino di Venezia del 31 ottobre 2008

L’obiettivo è ambizioso, ma allo stesso tempo realistico. In sei anni, Ca’ Farsetti punta ad eliminare le barriere architettoniche in ben 36 ponti distribuiti in centro storico in modo da rendere più collegate le varie insule e, al tempo stesso allargare l’accessibilità a piu ampie zone della città d’acqua. É questa in sintesi la decisione più importante presa ieri mattina in una riunione convocata dall’assessora ai Lavori pubblici, Mara Rumiz insieme ai tecnici della società Insula, al Progetto InformaHandicap, Actv e Asm con la presenza anche del consigliere del sindaco per l’abbattimento delle barriere archiettoniche, Giuseppe Toso e il capo gabinetto di Ca’ Farsetti, Maurizio Calligaro. «L’accessibilità nella nostra città – sottolinea l’assessora Rumiz – si sviluppa in base ad un progetto coerente e soprattutto che sia realizzato in sincronia tra i vari soggetti. E mi riferisco in particolar modo ai servizi pubblici. Accanto a questo va detto che a Marghera stiamo provando un prototipo di «gradino agevolato» in modo da verificare l’opportunità di utilizzare questo sistema contro le barriere architettoniche di Venezia. Infine, va da sè, che proprio per la peculiarità della nostra città, non potremo che chiedere alcune forme di deroghe nelle indicazioni tecniche relative all’abbattimento di ogni forma di disagio». E sullo stesso avviso anche il consigliere del sindaco, Giuseppe Toso: «Dobbiamo puntare molto anche sull’informazione e su forme di concreta comunicazione per evitare disagi e incomprensioni. Ad esempio per il nuovo ferry boat dell’Actv per il Lido va detto che dal prossimo gennaio sarà in cantiere perchè l’azienda si è impegnata a costruirvi un ascensore per migliorare l’accessibilità. Se tutto ciò lo avessimo comunicato per tempo avremmo evitato nuove polemiche». Toso ci tiene soprattutto a sottolineare il progetto dei 36 ponti da rendere “accessibili”. «All’interno di questo numero – chiarisce Toso – ce ne sono almeno una quindicina che, se resi accessibili in tempi rapidi, potrebbero consentire di “allargare” le aree disponibili in tutto il centro storico per il transito facilitato ai disabili. Accanto a questo, comunque, fondamentale sarà l’azione dei servizi pubblici e in particolare quelli legati alla mobilità. E se Actv e Asm hanno avviato progetti concreti non possiamo dire la stessa cosa per il cosiddetto trasporto pubblico non di linea (taxi, granturismo e noleggio). Qui c’è ancora molto da lavorare».