The Secret of Monkey Island: Special Edition

monkey island
Ieri è uscito (finalmente) The Secret of Monkey Island: Special Edition, un’edizione speciale ricreata completamente di uno dei giochi più belli in assoluto, un gioco che almeno per me ha segnato un pezzo di storia (lo acquistai per PC su floppy da 5 pollici e 1/4 assieme al mio primo 386…).
Il costo? 8,99 eur, si acquista on line, si scarica, si installa e si gioca. Che forse questa soluzione di distribuzione sia la cosa giusta per combattere la pirateria? Paghereste 8,99 eur per un gioco così?

E come non postare il primo avvio del gioco? 🙂

Venice Sessions 3: tecnologia e arte contemporanea


Torno da una bella mattinata a Venice Sessions un evento organizzato da telecom italia e nova che si svolge al Future Centre di Telecom Italia a Venezia e che è giunta alla “terza puntata”.
Roberto Scano con Federica RepettoL’argomento di questa sessione era “Tecnologia e arte contemporanea: due frontiere dell’innovazione” e l’elenco degli oratori era di altissima qualità.
Con Federica Repetto abbiamo iniziato subito ad ambientarci, condividendo informazioni prima in streaming sul canale di IWA ITALY (poi interrotto in quanto – giustamente – ci è stato fatto notare che le riprese erano effettuate da apposito service), poi tramite twitter, friendfeed e caricando in tempo (quasi) reale le fotografie su flickr.
Particolarmente interessante l’intervento di David Reed, di cui riporto le slide.

Ho avuto modo di rivedere amici come Emil Abirascid e Raffaele Barberio e di conoscere alcuni nomi letti spesso in rete ma mai visivamente inquadrati.
Che dire: attendiamo Venice Session 4!

Consulenze alle PA: in arrivo il “service pack”?

cameraict
I lettori di questo blog sono informati del problema, già segnalato anche al Ministro Brunetta tramite video-messaggio, relativo all’impossibilità di poter sottoscrivere contratti di consulenza ad esperti nel campo informatico se non laureati.
Ed è grazie a questo video e ad un commento che ho scoperto la presenza del disegno di legge 1167 risultante dallo stralcio, deliberato dalla Camera dei deputati il 5 agosto 2008, degli articoli 23, 24, 32, da 37 a 39 e da 65 a 67 del DISEGNO DI LEGGE N. 1441 presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze (TREMONTI), dal Ministro dello sviluppo economico (SCAJOLA), dal Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione (BRUNETTA), dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali (SACCONI), dal Ministro per la semplificazione normativa (CALDEROLI) e dal Ministro della giustizia (ALFANO).
Il disegno di legge, approvato dalla Camera dei deputati il 28 ottobre 2008, ha come oggetto “Delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, nonché misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico, di controversie di lavoro e di ammortizzatori sociali”, è ora in discussione al Senato dal 1 aprile 2009 (non è uno scherzo!).
Ciò che interessa è l’art. 15 che recita:

Art. 15.
(Modifiche all’articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di collaborazioni autonome nella pubblica amministrazione)

1. All’articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come da ultimo modificato dall’articolo 46, comma 1, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole: «di contratti d’opera» sono sostituite dalle seguenti: «di contratti di collaborazione di natura occasionale o coordinata e continuativa»;

b) le parole: «o dei mestieri artigianali» sono sostituite dalle seguenti: «, dei mestieri artigianali o dell’attività informatica nonché a supporto dell’attività didattica e di ricerca, per i servizi di orientamento, compreso il collocamento, e di certificazione dei contratti di lavoro di cui al decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276».

Analizzando gli atti parlamentari si nota che questo articolo è stato proposto dal Governo ancora nel disegno di legge globale (ossia il disegno di legge 1441) da cui sono stati stralciati una serie di articoli tra cui l’art. 39-bis diventato l’attuale art. 15 del disegno di legge presente al Senato. Il testo è stato discusso il 30 settembre 2008 in nella XI Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato).

Art. 39-bis.
(Modifiche alla disciplina in materia di collaborazioni autonome nella pubblica amministrazione).

1. All’articolo 46, comma 1, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono apportate le seguenti modifiche:
a) le parole «di contratti d’opera», sono sostituite con le parole: «di contratti di collaborazione di natura occasionale o coordinata e continuativa»;
b) dopo le parole «o dei mestieri artigianali», sono inserite le seguenti parole: «o dell’attività informatica nonché a supporto dell’attività didattica e di ricerca, per i servizi di orientamento, compreso il collocamento, e di certificazione dei contratti di lavoro di cui al decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276».
39. 02.Il Governo.

Nella discussione in commissione (resoconto stenografico, pag. 133), due parlamentari gli On. Paladini e Porcino (Italia dei Valori) avevano richiesto di rimuovere tale emendamento ma nella seduta successiva del 1 ottobre, la commissione ha approvato tale modifica anche con pareri favorevoli del relatore e del governo.
Nella votazione alla Camera, il duo Paladini e Porcino (Italia dei Valori) ha ritentato di procedere con l’eliminazione del comma b) dell’art. 39-ter.

PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo 39-ter e dell’unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l’allegato A – A.C. 1441-quater-A ).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull’emendamento Paladini 39-ter.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Paladini 39-ter.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 485
Votanti 479
Astenuti 6
Maggioranza 240
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 256).

Prendo atto che il deputato Bianconi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 39-ter.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 495
Votanti 268
Astenuti 227
Maggioranza 135
Hanno votato sì 263
Hanno votato no 5).

Prendo atto che il deputato Mottola ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

Per gli appassionati delle votazioni, è disponibile la scheda contenente tutti i votanti (favorevoli, contrari, astenuti) in formato PDF: il voto è relativo al voto 68. In sintesi, sono risultati contrari solo 5 parlamentari: Biasotti (Popolo della Libertà), De Camillis (Popolo della Libertà), Divella (Popolo della Libertà), Gentiloni Silveri (Partito Democratico) e Pizzolante (Popolo della Libertà). Per la statistica: tre laureati e due diplomati.
Ora la palla è al Senato. Con questo articolo è chiaro che si mette una “pezza” alla normativa per le professioni informatiche: ma per le altre 100 professioni censite dal CNEL? Secondo i legali di IWA, per risolvere il problema a monte era sufficiente modificare la 133/2008 come segue:

All’art. 46 della Legge 6 agosto 2008, n. 133, che sostituisce il comma 6 dell’articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dal decreto-legge 4 luglio 2006, n. 233, convertito, con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006 n. 248, e da ultimo dall’articolo 3, comma 76, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, nel primo capoverso si aggiungono le parole “delle professioni non regolamentate,” dopo la parola “nel campo”.

Digit@Pa: questione di esperti?


In questi giorni sulla stampa si discute dell’iniziativa del ministro Renato Brunetta di voler (a mio avviso giustamente) riorganizzare il CNIPA. Per capire che il CNIPA necessita di una riorganizzazione, basta leggere gli ultimi articoli postati in questo blog e le ultime discussioni nella pagina su Facebook del Ministro. In sintesi, il CNIPA di fatto oggi è una serie di uffici che tecnicamente producono poco (basta pensare al caso dell’accessibilità) e che spesso quanto producono non è emanazione diretta del centro ma è riutilizzo di materiale predisposto da terzi (vedasi il caso delle linee guida per l’acquisto di servizi Web). Da quel poco che ho visto al CNIPA ai tempi in cui fornivo consulenza in materia di accessibilità, effettivamente questo centro – a mio modesto parere – necessita di una boccata d’ossigeno di persone in campo tecnico.
L’idea di Brunetta è quindi sotto un certo punto di vista vulcaniano, logica: se nel CNIPA mancano gli esperti per poter far crescere il centro informatica, e si vuole mantenere chiaramente una struttura similare a supporto della pubblica amministrazione è necessario muoversi in due possibili soluzioni:

  • Chiamare consulenti esperti (come proposto dal Ministro) ed inserirli nell’organizzazione operativa del centro, fornendo ai dirigenti la “visione del futuro ICT” e indirizzando quindi l’innovazione in tal senso (un po’ come abbiamo fatto a suo tempo con la legge 4/2004, suggerendo ai normatori l’art. 12 per la costante evoluzione della normativa)
  • Formare i dipendenti ad alto livello, ovvero affiancare agli stessi dei formatori/consulenti di alto livello (e qui come sempre ricordo che l’alto livello non significa alto titolo di studio ma alta competenza in una specifica materia) in modo da rinfrescare l’organizzazione operativa.

A dire il vero ce ne sarebbe pure una terza: usare la mobilità per trasferire al CNIPA esperti di ICT già presenti all’interno delle P.A. al CNIPA e spostare una parte corposa del personale amministrativo verso altre funzioni. In questo modo ci sarebbe un buon risparmio di risorse economiche e si valorizzerebbero le qualità di dipendenti P.A. maggiormente “skillati” (affiancandoli nei casi estremamente necessari con consulenti di comprovata capacità).
Oggi arriva la doccia fredda da parte di Tremonti e dalla presidenza del Consiglio che in sintesi dice che (tra l’altro) non è possibile contrattualizzare questi “esperti”.
A questo punto la soluzione è chiara: se non risulta possibile garantire la nascita di “qualcosa” per l’innovazione di proprietà della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il coinvolgimento di esperti, conviene chiudere il CNIPA ed eventualmente sottoscrivere protocolli di collaborazione con enti normativi tecnici (penso tra tutti UNINFO) per la predisposizione di specifiche tecnico/organizzative, riutilizzando il personale del CNIPA (in gran parte amministrativo) per altre funzioni all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

CNIPA: Ministro Brunetta, raddrizzi la situazione!

Locandina: Brunetta che raddrizza il CNIPA
A seguito dell’articolo pubblicato ieri, ho pensato di scrivere nel forum su Facebook, il social network in cui è possibile dialogare direttamente con lo staff del Ministro Renato Brunetta.
Di seguito riporto la mia lettera.

Caro Ministro,
ho letto con piacere che tra le sue prossime iniziative vi è la trasformazione del CNIPA che (in molti se lo auspicano) possa riportare maggior operatività e sopratutto maggior chiarezza su quale sia lo scopo di questa realtà.

Questo è necessario perchè dalle ultime iniziative sembra che il CNIPA sia passato da un ruolo di autorità super-partes (che aveva quando era AIPA) a qualcosa che super-partes sembra non esserlo più. E le posso portare due esempi pratici:

1. Professionalità ICT

Come presidente dell’associazione dei “Webmaster” (termine che ora raggruppa genericamente tutti coloro che lavorano nel Web) che tra l’altro sta cercando di definire con larga partecipazione (http://www.skillprofiles.eu/partecipanti) sia delle aziende che dei diretti interessati ho fatto presente che l’attuale azione di “standardizzazione” del CNIPA relativa alle professionalità ICT è fallace (a riguardo: http://punto-informatico.it/2521004/PI/News/web-caccia-ad-una-professionalita-riconoscibile.aspx) facendo notare che si sta ricadendo nell’errore (già fatto in passato con l’ECDL) di dare valore di “standard” a qualcosa che standard non è (nel caso specifico l’EUCIP) in quanto tutte queste iniziative si ispirano a delle norme tecniche del CEN ma il CEN non ha mai riconosciuto come standard queste attività di formazione e di certificazione. Ma in Italia funziona così: basta usare la la parola standard su qualche slide e quindi si diventa “standard de facto”. Morale: quando è stato fatto notare questo leggero problema sui profili “standardizzati” del CNIPA è stato fatto gentilmente notare che quelli per il CNIPA erano standard e che nel caso dovevamo recarci (sic!) dall’associazione che li aveva creati (associazione che NON si occupa di Web e che non ha rappresentanza in tale settore) e proporre di modificare i loro profili considerando che (cito) tali profili comunque andavano bene a Confindustria che raggruppa i principali fornitori dello Stato in materia ICT. Per fare un paragone: lei è stato il primo ministro a proporre l’uso di XBML per i bilanci delle aziende (e li grande onore al merito!). Si immagini se anzichè usare uno standard aperto come XBML si fosse sentito dire: eh no ministro usiamo il protocollo “cippalippa” in quanto il maggior numero di aziende italiane usa quello anche se non è uno standard internazionale.

2. Linee guida per gli scenari innovativi ICT

Qui arriviamo al punto dolente che mi ha portato a fare questo post, ben sapendo l’interesse da parte sua per la materia (visto che tra l’altro ci seguiamo a vicenda su twitter). In sintesi, mentre nei tempi passati (e non tanto remoti) le linee guida venivano create da gruppi di lavoro a cui partecipavano i rappresentanti delle associazioni (quindi a garanzia di tutela degli interessi di tutti), in questo caso (e posso dirle che ho sobbalzato sulla sedia) ci si trova davanti il primo esempio di documento dedicato ai fornitori delle P.A. fatto da tre fornitori delle PA, con tanto di approvazione del CNIPA.
Senza scendere nel dettaglio dei grossolani errori nella sola materia di accessibilità del Web (https://robertoscano.info/random-bits/scenari-innovativi-ict-caro-cnipa-proprio-non-ci-siamo/) consiglierei anche la lettura di quanto scrive il collega Livio Mondini (http://www.biroblu.info/2009/04/accessibilita-in-perpetual-beta/) e dei commenti che ne stanno scaturendo.

3. Accessibilità

L’accessibilità come sa chi opera nel settore è “defunta” al CNIPA (il quale per legge avrebbe una serie di obblighi). Qui per fortuna sembra che il Dipartimento Innovazione e Tecnologie si stia muovendo per garantire a tutti i cittadini il diritto di accesso ai servizi informatici con l’aggiornamento della normativa (della cosiddetta Legge Stanca), oramai necessaria in tempi brevi proprio per non fermare l’innovazione del paese.

In conclusione caro Ministro, quello che le chiedo sia come lavoratore della rete, sia come presidente dell’associazione che rappresenta i lavoratori ed innovatori della rete Web, è di monitorare queste amene situazioni anche per evitare che poi leggerezze fatte da altri possano togliere lustro alle ottime azioni che sta portando avanti in materia di innovazione nella P.A.